Marino Carotti arricchisce con questo nuovo album la “biblioteca” di tutti noi.
Significativo è il titolo, Il sole si fermò di camminare, alludendo al fatto che nel momento dell’ascolto e della lettura l’uomo riesce a dimenticare, a non avvertire il brusio dell’inesorabile trascorrere del tempo. Inoltre, se si considera che l’album attinge alle sue ricerche sul campo risalenti alla fine del secolo scorso e in linea con quella del precedente album, con ballate, canti di cantastorie, canti d'innamoramento, canti iterativi, canti di lavoro sul ritmo di saltarello, canti infantili, filastrocche e rime popolari, con lui che si accompagna con la chitarra e con il contributo di altri musicisti nei vari strumenti, si capisce la sua molteplice funzione: da un lato è prezioso per il ricordo di molti di noi che hanno vissuto quegli anni, dall’altro è un documento in cui le generazioni che sono seguite possono ricostruire nel loro scrigno intellettuale documenti utili per capire non solo il passato ma anche il presente e il futuro. In tal senso è importante che abbia coinvolto 48 bambini di due classi della scuola primaria "Monte Tabor" per l'esecuzione di un brano e 25 della scuola media "Paolo Borsellino" per la lettura di alcune filastrocche e rime infantili popolari che formano un unico pezzo. Sono convinto che la nostra società sarebbe migliore se ci fosse maggiore interazione (e non contrapposizione) tra le varie generazioni, il che vale non solo per la cultura ma anche per la vita sociale e politica. E mi piace chiudere ringraziando Marino Carotti e tutti coloro che hanno contribuito a realizzare l’album con dei versi di Mario Luzi (su cui riflettere): «Memoria di che, memoria di quando? / Non sa il ricordo / se com’era la rammenta / o se com’era la svisa. / Tuttavia / ricorda. Ricorda lei, ricorda / la luce d’anteprimavera / di quel ricordo.»
Franco Musarra,
Prof. Em. Università Cattolica di Lovanio
Apiro, 29 aprile 2019
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